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mercoledì 20 dicembre 2006

Fotografare la musica: LAST RESORT

Esordisco in questo blog parlando di musica; quanti di noi la amano? Penso tutti, o quasi. La musica di qualità ha segnato la mia infanzia e mi ha portato ad adorarla: Queen, Pink Floyd, Dire Straits... Se poi questa passione si va a fondere con la passione per la fotografia, il connubio è perfetto! Infatti sto seguendo da qualche mese un gruppo di amici, i Last Resort, di cui trovate il relativo album fotografico e sito my space sulla sidebar. I Last resort non sono il solito gruppetto che va in giro a fare cover e, sotto la guida del bassista Angelo, hanno creato delle canzoni tutte loro. Il gruppo è tecnicamente molto valido e soprattutto affiatato, in grado di fornire ottimi spettacoli dal vivo. Certo, il genere hardcore è molto duro per chi non ne è avvezzo, ma i Last sono un gruppo di qualità anche nel genere. Vi consiglio di tenerli d'occhio e perlomeno di andare a visitare il loro myspace!;-)
















Eccoli tutti! In ordine da sinistra a destra: Angelo, bassista; Alberto, chitarrista; Guido, cantante; Alessandro, chitarrista; Martino, batterista. Potete cliccare sulle sigole foto per vederle alla dimensione originale.


Parliamo ora di aspetti tecnici...

Per i concerti di solito utilizzo due obiettivi: il 18-55 del kit Nikon D50 e il Nikkor 50 f/1.8.

Nikkor 18-55 f/3.5-5.6
Nikkor 50 f/1.8

L'illuminazione scarsa ai concerti mi ha portato ad usare più spesso il 50mm, che è un obiettivo molto luminoso e con una buona resa già a f/2. Se poi si scatta a f/2.8 la qualità è ancora più eccelsa! Ovviamente col 50mm si avranno visuali con angolo di campo più ristrette e non sempre riuscirà a rendere un'immagine dell'intero gruppo musicale. D'altro lato il 18-55 non è un obiettivo di estrema qualità ed è per questo che intendo passare ad un ottimo Tokina 12-24.

L'esposizione ai concerti va misurata solitamente in modalità "media ponderata al centro" sulla faccia del soggetto. Qualora non sia possibile ottenere risultati decenti per via della scarsità di luce, preferisco impostare un tempo a piacimento abbastanza lungo per esporre anche un po di sfondo, come per esempio 1/20s o 1/30s (con f/1.8-f/2.8). In tal modo si ottengono foto mosse e quindi si può giocare con gli effetti di luce e di mosso "controllato". Una tecnica che si può utilizzare con buoni risultati è il cosiddetto zooming, che consiste nell'impostare un tempo lungo e nello zoomare la scena durante l'esposizione. Con uso di tempi lunghi a mano libera, anche se il soggetto è in movimento, la foto è piacevole, purché almeno lo sfondo non sia troppo confuso.

Servirsi di un monopiede può essere d'aiuto. Se usato con presa ferma, secondo me si possono recuperare anche due stop di esposizione senza perdere troppa nitidezza sugli oggetti immobili ed eventualmente ottenere dei mossi artistici dei musicisti con lo sfondo bello fermo.

Infine il flash...Usare quello incorporato è spesso un'impresa e anche nel caso vogliate utilizzarlo è molto probabile che illumini il soggetto in maniera non molto piacevole. La soluzione migliore è quella di avere un flash esterno. Nei luoghi in cui sono presenti dei soffitti bassi è possibile ricorrere a lampi di rimbalzo, altrimenti si deve azzardare una flesciata diretta. In tal caso è sempre meglio chiedere ai musicisti se sono disposti ad essere flesciati durante la performance, a patto che come me non fotografiate a concerti degli U2...sennò la vedrei dura chiedergli qualcosa ;-) Abbiniamo il colpo di flash con i tempi lunghi e sincronizzazione sulla seconda tendina per creare una scia naturale del soggetto. Infatti col flash sulla seconda tendina, l'esposizione avviene tutta prima del lampo: esso immortalerà quindi l'ultimo "fotogramma" possibile del soggetto in movimento.

Quello che non si riesce ad ottenere neanche con un'ottima attrezzatura è però la foto significativa, ovvero quella foto che fai solo se conosci appieno il soggetto e questa è una regola che vale per tutti i generi di fotografia. Saper quando scattare è importante, altrimenti come fai a immortalare la mossa che caratterizza il cantante? E quando mai riusciresti a prevedere quando il chitarrista piega la testa in alto durante l'assolo? Quindi il mio consiglio è quello di osservare bene il nostro soggetto per imparare a conoscerlo.

Nei miei prossimi post mi piacerebbe illustrarvi più nel dettaglio singole foto. Spero che apprezzerete il mio lavoro.

Un saluto. Andrea.

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