DIARIO DEL VIAGGIO IN ISLANDA CONCLUSO. DIARIO DEL VIAGGIO IN NORVEGIA, ISOLE LOFOTEN IN CORSO. BUONA LETTURA!

domenica 24 luglio 2011

Islanda 2009: day 8 - L'avventura a Dettifoss

La prossima tappa del viaggio è la nota cascata di Dettifoss. La giornata si preannuncia con tempo instabile e alla ripartenza da Reykjahlíð le nuvole sono già pesantemente addensate, piove e tira un vento particolarmente fastidioso.

Facciamo un giro in macchina attorno al lago di Mývatn per vederne le rive solitamente molto visitate, ma non c'è in giro nessuno per via del brutto tempo. Per certi versi è meglio così, ma il paesaggio è insolitamente smorto e la nebbia artica avvolge l'orizzonte limitandone la visibilità. Facciamo solo un paio di soste.

In questa desolazione, al termine del periplo, ci dirigiamo verso un grande cono vulcanico del campo di lava di Dimmuborgir e lungo la strada sterrata troviamo l'entrata di una grotta. Ci fermiamo vedendovi dinnanzi di uno slargo per parcheggiare le auto. La sorpresa è grande quando, entrando, ci troviamo dinnanzi ad un gioiello naturale: una piccola caverna con uno specchio di acqua calda fumante e cristallina! Scopriremo in seguito essere la grotta di Grjótagjá.

Grjótagjá

La visita alla grotta, così piccola ma preziosa, è sufficiente per darci un nuovo ottimismo. Ci allontaniamo così da Mývatn per una tirata unica verso la nostra prossima guesthouse. La strada, un po prima di giungere a destinazione, diventa sterrata e di difficile percorribilità, piena di buche e fastidiose ondulazioni che ci costringono a velocità di crociera intorno ai 30 km/h in mezzo ad un deserto di terra bruciata.

Il brutto tempo si fa ancora più intenso fino a raggiungere i 2°C con vento forte e nevischio verso la metà del pomeriggio. Siamo ad Agosto e un freddo così intenso in questo periodo dell'anno non l'avevo mai sentito. Arrivati alla guesthouse ci sistemiamo e ripartiamo alla volta di Dettifoss per poterla visitare almeno una volta, non essendo sicuri di tornarvi il giorno dopo. Dalla guesthouse sono 28 km da percorrere su una strada tremenda ad est del fiume lungo cui è situata la cascata, con una velocità di crociera sui 20 km/h. Il paesaggio è duro come la strada e il tempo atmosferico della giornata. Non c'è nessuno in giro.

Road to Dettifoss

Dettifoss, letteralmente la Cascata dell’Acqua che Rovina, è la maggiore cascata islandese ed è situata lungo il corso del fiume che percorre il canyon Jökulsá á Fjöllum. I suoi getti d'acqua sono assolutamente impressionanti e paurosi, specie se la si osserva da distanza ravvicinata. È alta 44 m e larga 100 m, mentre la portata media è circa di 180-200 m³/s (200 tonnellate d’acqua che si gettano ogni secondo fragorosamente giù per il canyon). I suoi spruzzi si sollevano nell'aria copiosi ed è possibile avvistarli anche a un paio di chilometri di distanza. Proprio così veniamo a contatto con la cascata: notandone gli spruzzi da lontano! Purtroppo non siamo fortunati col tempo: siamo costretti a vestirci con gli impermeabili e a portarci dietro tutte le protezioni per le macchine fotografiche contro l'acqua. Tra amici ci si aiuta a vicenda per ottenere degli scatti dell'imponente cascata.

Dettifoss

Il rumore forte dell'Acqua che Rovina, la grandiosità dello scenario circostante e le cupe condizioni dell'ambiente fanno gustare un'atmosfera di vera avventura.

Adventure waterfall

Intraprendiamo quindi il viaggio di ritorno e lentamente ci rechiamo presso la guesthouse Grimstunga. E' fantastica l'atmosfera selvaggia di questo luogo: ricorda vagamente le grandi praterie americane. La casa è piccolissima ma accogliente e ci ritroviamo a vivere in pochi metri quadrati in mezzo al nulla più totale. Il villaggio più vicino per fare rifornimenti è a circa 60 km da qui e tutte le strade intorno a Grimstunga sono sterrate e sconnesse.

Grimstunga guesthouse

La giornata è stata freddissima e con un tempo pessimo, abbiamo passato tante ore in strada continuando a traballare su buche e ondulazioni, abbiamo fatto pochissime foto, ma resta il gusto di una vera avventura vissuta in una delle zone più desolate che abbiamo incontrato in questo viaggio. Davvero magnifica!


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve ,ci sono appena stato anch'io ... ho noleggiato una Gran Vitara .. e sulla strada per Dettifoss si possono tranquillamente fare i 70-80 km\h ... non so perchè ognuno di voi che parla dell'Islanda, ne parla come se fosse impossibile muoversi .. i sterrati e le strade sono 100 volte miglori di quelle italiane .

Andrea Moro ha detto...

Salve, non mi pare che nel mio post abbia parlato delle strade dell'Islanda "come se fosse impossibile muoversi". Solo su questa strada intorno a Dettifoss ho riscontrato quante descritto, impossibile andare oltre i 30 km/h, con la stessa Gran Vitara...ma d'altra parte parlo del 2009 e le cose saranno anche cambiate nel frattempo. In Islanda mi sono sempre mosso ottimamente, se la può confortare. E in ogni caso riporto una reale esperienza di viaggio.

Luigi Ruoppolo ha detto...

Ciao Andrea, finalmente hai ripreso!! ;-)

Per Dettifoss, a beneficio dei turisti, è stata fatta una strada nuova, asfaltata, che ha sostituito la parte finale della vecchia pista per Asbyrgi ed arriva al versante ovest della cascata in neanche 15 minuti dalla ring road.

La vecchia strada che porta al lato est, quella che avete fatto voi ovviamente, è invece ancora una gravel road e nelle medesime condizioni che ricordi tu... A 30 km. all'ora si balla da matti...

Il tutto per chiarezza e a beneficio di chi verrà su queste pagine.

Salutoni,
Luigi

Andrea Moro ha detto...

Ciao Luigi! Ho ripreso relativamente da poco :-) Non dedico più molto tempo al blog e a internet in generale, però dopo uno stop prolungato volevo a tutti i costi portare a termine questo diario islandese cui ho dedicato molta attenzione. Quindi prima o poi pubblicherò dell'altro materiale che, se ti farà piacere, potrai tornare a leggere.

Grazie mille per il tuo intervento ricco di informazioni aggiornate! :-) Si, proprio così, la strada che abbiamo percorso era ad est, tanto che per andare ad Asbyrgi siamo passati dall'altra parte del canyon. Ho modificato leggermente il post basandomi sui tuoi spunti.

Un saluto

Andrea