DIARIO DEL VIAGGIO IN ISLANDA CONCLUSO. DIARIO DEL VIAGGIO IN NORVEGIA, ISOLE LOFOTEN IN CORSO. BUONA LETTURA!
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venerdì 10 luglio 2009

Alpe Devero: dal tramonto all'alba

Proseguo dal precedente post dedicato all'escursione di due giorni in Alpe Devero, mostrando una serie di foto scattate dal tramonto all'alba. Non è sempre possibile trovarsi in montagna in questi momenti della giornata per fotografare, quindi ho sfruttato il pernottamento in rifugio per farlo, rinunciando anche a qualche ora di sonno. Credo che ne sia valsa la pena.

Dopo un'escursione durata tutto il giorno non c'è niente di meglio che un ritorno al rifugio, godendosi con calma l'atmosfera del tramonto.

Ritorno al rifugio: Nikon D200, Tokina 12-24 f/4, 18 mm, 1/60, f/10, iso 100, GND8 (Cokin P121), GND2 (Cokin P120), treppiede

Snow village: Nikon D200, Tokina 12-24 f/4, 18 mm, 1/100, f/8, iso 100, GND8 (Cokin P121), GND2 (Cokin P120), treppiede

Il buio arriva lentamente e nella valle il cielo, quasi privo di inquinamento luminoso, regala grandissime emozioni, con i suoi miliardi di stelle brillanti. Stare immersi nel silenzio a godere di questo spettacolo così inusuale non ha paragoni.

Pointillisme: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 17 mm, 30", f/2.8, iso 1600, treppiede

Miliardi di miliardi: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 17 mm, 71", f/2.8, iso 800, treppiede

Ne approfitto per un autoritratto unico che rimarrà tra le mie foto personali preferite: il guardiano delle stelle. Approfittando delle impostazioni fotografiche ad alta sensibilità, il fascio di luce della torcia è stato immortalato chiaramente...

Il guardiano delle stelle: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 17 mm, 30", f/2.8, iso 1250, treppiede

Il giorno seguente la sveglia è prestiniera, si esce dal rifugio ancora al buio, ma lo spettacolo della vallata vuota e silenziosa ripaga di tutte le fatiche

Panoramica della vallata: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 3 scatti, 17 mm, 1.3", f/8, iso 100, treppiede

I primi raggi dell'alba lambiscono le cime e la Luna ancora in cielo sta tramontando: un momento unico.

Primo rosa: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 17 mm, 1/4, f/8, iso 100, GND8 (Cokin P121), treppiede


Con l'innalzarsi del sole, le cime si sono colorate di una luce dorata. Il vento in quota rendeva estremamente mobili le nuvole, mentre in vallata i primi escursionisti sugli sci cominciavano a passare. Ho voluto cogliere questi attimi cercando di rendere al meglio lo scorrere del tempo.

Venti in quota: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 17 mm, 5", f/16, iso 100, ND8 (Hoya), cpl (Hoya),GND8 (Cokin P121), treppiede

Ski hiking: Nikon D200, Nikkor 17-35 f/2.8, 17 mm, 1.3", f/9, iso 100, ND8 (Hoya), GND8 (Cokin P121), treppiede

Per scattare queste fotografie mi sono avvalso del mio nuovo treppiede Manfrotto 190 MF4. E' stata la prima volta che l'ho usato sul campo in maniera intensiva. Dalle mie impressioni posso dire che è un ottimo stativo. Ha retto con stabilità la mia reflex Nikon D200 con battery pack e 17-35 f/2.8 sia in pose orizzontali che verticali. Essendo un cavalletto in carbonio a quattro sezioni è anche molto leggero e poco ingombrante. Infatti sono riuscito a fissarlo sul mio zaino fotografico incastrandolo in una tasca laterale. Durante la due-giorni di escursioni sulla neve non mi è mai pesato e non mi ha mai creato problemi. Col mio vecchio 055 prob invece avevo sofferto molto nelle escursioni a causa del peso doppio e degli ingombri eccessivi. Unico difetto del 190 MF4 sono i piedini in gomma: si staccano facilmente e ne ho perso uno nella neve. Tuttavia con dei semplici tappini in gomma per sgabelli da 10 mm di diametro interno è possibile sostituire i piedini originali con risultati decisamente migliori!

Per quanto riguarda le foto al tramonto e all'alba ho usato dei filtri neutri digradanti per bilanciare l'esposizione. Solo per l'alba mi sono anche avvalso di un filtro neutro ND8 a vite da 3 stop per poter allungare i tempi di scatto ed ottenere così un effetto di mosso sulle nuvole e colori più ricchi. La macchina si è comportata egregiamente, ho solo avuto qualche problema con i contatti sporchi del batteri pack durante le lunghe esposizioni notturne. Consiglio quindi sempre di ripulirli prima di perdere tante foto per un problema tecnico.

lunedì 16 febbraio 2009

Manfrotto 190 MF4 vs Manfrotto 055prob

Lo scopo di questo post è quello di fornire un paragone molto semplice ed immediato tra un modello di treppiede molto diffuso ed apprezzato dai fotografi (Manfrotto 055prob) e un altro modello meno diffuso e dalle caratteristiche decisamente differenti (Manfrotto 190MF4): affrontiamo la scelta di un treppiede leggero da abbinare alla nostra attrezzatura, senza spendere un capitale, per affiancarlo al nostro solido e consolidato treppiede oppure per rimpiazzarlo a fronte di altre esigenze. Nota tecnica: per tutte le prossime operazioni di pesatura presentate nel testo, è stata usata una bilancia elettronica da cucina con portata massima di 5 kg e precisione nella misura di +/- 1g. La macchina montata sui cavalletti, laddove visibile, è una Nikon D200 con battery pack MB-D200, 2 batterie, Nikkor 17-35 f/2.8, per un peso totale di 2075 g. Tutte le considerazioni riguardanti la stabilità sono riferite a reflex con obiettivi relativamente piccoli, dai grandangoli fino a tele compatti.

Sin da quando mi sono appassionato alla fotografia ho ritenuto di fondamentale importanza il cavalletto, specie nelle foto di paesaggio. Per questo motivo ho acquistato il Manfrotto 055prob, stativo solido e robusto con un perfetto rapporto qualità prezzo. Questo modello ha l'ottima portata di 7 kg alla massima estensione delle gambe e consente di inquadrare ad altezza occhio (1,80 m) e all'occorrenza anche a 11 cm da terra con le gambe completamente allargate. I materiali sono di prima qualità, tanto che l'ho portato con me nelle condizioni di scatto più estreme: dai -15° in mezzo alla neve, fino ai 35-40°C sotto il sole e caldo umido, passando per terreni rocciosi, fangosi, ghiaiosi e sabbiosi. A distanza di tempo si notano solo normali segni d'uso quali graffi e un po' di vernice scrostata dalle manopoline di bloccaggio. Unico difetto? ll peso e le dimensioni rendono questo treppiede un po' impegnativo da portare dietro. Il peso del treppiede compresa colonna centrale (rimovibile) è di 2.4 kg, mentre il suo ingombro minimo da chiuso raggiunge i 64 cm.

Abbinato ad una tresta adeguata ai paesaggi come la 804rc2, il peso totale e gli ingombri sono notevoli - intorno ai 3,1 kg - , ma è un sistema straordinario per fare fotografie in tutte le condizioni.

Manfrotto 055prob+testa 804rc2: la mia attuale configurazione: 3.1 kg

Per chi come me ama viaggiare o fare escursioni alla scoperta della Natura e della Civiltà in compagnia della propria atrrezzatura, risulta difficile portarsi sempre dietro il cavalletto. Proprio per questo motivo molti ricercano treppiedi che siano piccoli, leggeri e stabili. Purtroppo la leggerezza è antitetica alla stabilità e l'unico modello in grado di combinarle è un treppiede in fibra di carbonio. Infatti la fibra, a parità di caratteristiche meccaniche della struttura, è molto più leggera dell'alluminio e degli altri materiali normalmente impiegati. Inoltre la fibra ha altre buone caratteristiche, tra cui scarsa conducibilità termica ed elevata rigidezza: la prima garantisce l'afferraggio del treppiede a mani nude anche in Inverno, mentre la seconda permette un maggiore smorzamento delle vibrazioni del sistema durante lo scatto.

Trovando una buona offerta su internet e dopo essermi documentato, ho deciso di acquistare il Manfrotto 190 Magfiber 4, le cui caratteristiche sono riassunte a questo link: www.manfrotto.com

La cosa che spicca subito all'occhio è il peso ridotto. Rimuovendo la colonna centrale in dotazione, esattamente come ho fatto per lo 055, e montando una testa a sfera leggera e compatta come la 486rc2 - progettata per reggere ben 6 kg - il peso dell'intero sistema è di soli 1,8 kg, con un risparmio di peso di ben 1,3 kg rispetto alla mia configurazione preferita e più stabile dello 055prob!

Manfrotto 190MF4+testa 486rc2: la mia nuova configurazione leggera: 1.8 kg

Parlando di dimensioni notiamo subito la grande differenza in termini di trasportabilità tra i due modelli (64 cm vs 46 cm teste escluse), aspetto importante per la scelta di un treppiede snello. Le 4 sezioni garantiscono una lunghezza complessiva minore della struttura e sono il giusto compromesso in termini di stabilità. Infatti treppiedi a cinque o più sezioni perdono in questo parametro, specie con gambe completamente allungate: le ultime sezioni sono molto più sottili rispetto alle prime.

Confronto lunghezza da chiuso Manfrotto 055prob vs Manfrotto 190MF4

Alla massima estensione delle gambe si nota subito una nota dolente: notevole la differenza di altezza massima raggiungibile. Lo 055 rimane imbattuto in tutto e per tutto, sovrastando il 190MF4.

Confronto altezza massima ed estensione 055prob vs 190MF4

Tuttavia la differenza in peso e dimesioni rende il 190MF4 una piccola perla e un accessorio importantissimo quando si deve contare sui pesi ed ingombri!

Per quanto riguarda la minima distanza da terra, il 190MF4 è incredibile. Praticamente lo si può estendere a livello del terreno, previa rimozione della colonna. Le gambe possono essere ulteriormente allargate fino a far toccare il mozzo centrale con la terra.

Manfrotto 190MF4 a gambe quasi completamente aperte

Sulla stabilità posso affermare con certezza di avere un buon treppiede, che nonostante i compromessi sulla resistenza globale della struttura, si comporta egregiamente. In foto orizzontali la macchina è praticamente appoggiata ad un macigno. Le gambe sono ben bilanciate e la fibra rende abbastanza rigida la struttura tubolare. Nelle foto in configurazione verticale la macchina mi è sembrata sempre ben sostenuta dalla testa e nelle foto di prova effettuate non ho notato problemi di micromosso neanche a tempi critici nell'intorno di 1". Comunque è sempre meglio prendere qualche precauzione allo scatto, anche perché questo treppiede leggero non raggiungerà mai la stabilità certa ed assoluta dello 055prob.

Manfrotto 190MF4 in posizione stabile per riprese in verticale

Per impressioni d'uso e considerazioni approfondite rimando al futuro, quando avrò provato il 190 MF4 sul campo, anche se altri noti fotografi italiani lo hanno già utilizzato con soddisfazione. Alcune considerazioni posso però farle sin d'ora.
Certamente il peso e la trasportabilità sarano un grande vantaggio, specie perché sono abituato al più ingombrante Manfrotto 055. L'uso della tracolla apposita per il trasporto, acquistata a parte, pemetterà un trasporto agevole del cavalletto anche quando non userò la tasca apposita dello zaino fotografico: già le condizioni di traporto per lo 055 somo migliorate molto da quado l'ho comprata.
Riguardo alle caratteristiche dimensionali, l'altezza massima non sarà ideale in diverse situazioni di scatto e mi porterà a perdere alcune foto, anche se in taluni casi la maggiore maneggevolezza del cavalletto mi permetterà soluzioni di appoggio alternative, sfruttando la completa mobilità delle gambe e le dimensioni ridotte. L'altezza minima invece sarà la stessa dello 055 quindi so già per certo che sarà molto soddisfacente e in alcune riprese le gambe più corte mi permetteranno di appoggiare il treppiede anche su superfici meno estese.

Per eventuali chiarimenti ed ulteriori foto esplicative continuerò ad aggionare questo post, anche a richiesta.