Lofoten 2010: giorno 5 – I vichinghi di Borg e la Venezia delle Lofoten (Henningsvær)
I vichinghi. La Norvegia fu la loro patria: dai suoi accoglienti e ben protetti fiordi le navi vichinghe salpavano alla scoperta di nuove terre da colonizzare o da saccheggiare. Conoscere questo popolo più da vicino e saperne qualcosa in più è indispensabile per arricchire l’esperienza del viaggio in questi luoghi. Nel cuore di Vestvågøya si trova la borgata di Borg, sede del Lofotr Vikingmuseet. Si tratta di un vero e proprio villaggio vichingo riportato alla luce da scavi archeologici. Entrare in questo sito consente di entrare nella storia di questo popolo, ancor di più se è in corso l’annuale festival dei vichinghi, in occasione del quale la borgata si anima come nei tempi che furono. Gli scavi hanno portato alla luce le fondamenta di diverse capanne, tra cui la più grande casa di un capo vichingo che sia mai stata scoperta. Questa casa-capanna, situata sulla cima di una bassa collina è stata ricostruita fedelmente e adibita a museo. Essa rappresenta un landmark del paesaggio dell’isola.
Nel corso della visita scopriamo che le donne vichinghe erano molto rispettate dagli uomini. Esse gestivano e rendevano perfettamente funzionante il villaggio. Si occupavano di tante cose, tra cui la cura della capanna e l’educazione dei figli. Erano inoltre delle sarte rinomate, raggiungendo altissimi livelli nella produzione di abiti e tessuti.
I vichinghi non erano solamente dei guerrieri feroci. A titolo di esempio, essi nel costruire le loro capanne cercavano di invocare dagli dei protezione e benevolenza, ponendo nelle fondamenta delle figure che richiamano la famiglia e il legame tra l’uomo e la donna.
Il villaggio sorge sulla sommità di una bassa collina immersa armoniosamente nel dolce paesaggio circostante. Lo sbocco in mare dista da qui poche centinaia di metri. Ogni villaggio vichingo aveva infatti un suo porto sul mare, raggiungibile con un sentiero nella boscaglia.
Per lo svolgimento del festival vichingo sono state ricostruite dal vivo scene di vita quotidiane, che ritroviamo sul sentiero. Il forte fabbro del villaggio, una delle figure chiave, è al lavoro presso la sua capanna.
I figuranti camminano per il villaggio per riportare in vita gli antichi abitanti del villaggio.
Giungiamo infine sulla riva del mare, dove ci aspetta la ricostruzione fedele di una nave drakkar vichinga. Se salpassimo in questo momento dovremmo remare a lungo per prendere il largo nel mare di Norvegia in quanto il fiordo del villaggio è ben inoltrato nel centro dell’isola, da dove piccoli e stretti canali conducono in mare aperto.
Il tempo atmosferico migliora nel pomeriggio e decidiamo di raggiungere la “Venezia” delle Lofoten. Henningsvær è un altro meraviglioso villaggio tipico delle Lofoten. Situato su un’estrema propaggine di Austvågøya, esso sorge su un gruppo di isolette separate da canali. Prima di raggiungerlo da Borg e in attesa della luce morbida del tramonto, ci concediamo una tappa a Napp, un minuscolo villaggio sulla E10 che ha attirato la nostra attenzione nei giorni precedenti. Qui un porticciolo di pescatori di alto mare accoglie barche da pesca oceanica al riparo del fiordo. E’ piccolissimo angolo delle Lofoten, ma ha un “sapore” molto nordico.
La strada per Henningsvær ci porta fino al ponte che da accesso al villaggio, presso il quale ci aspetta una grande sorpresa. Su una rastrelliera vediamo, per la prima volta in assoluto, del merluzzo ad essiccare. Di solito il pesce viene messo sulle rastrelliere intorno a febbraio e solo per i mesi invernali, quindi rimaniamo molto stupiti da questo dettaglio, che vogliamo immortalare fermandoci prima di entrare nel villaggio. Un altro tassello si aggiunge così al nostro viaggio.
Henningsvær è un’ispirazione continua per i fotografi. L’atmosfera magica che si coglie nelle fotografie è proprio quella che trasmette il villaggio. Camminare sui pontili in legno ci fa sentire come sospesi fra cielo e mare. Le tradizionali abitazioni sono disposte fisicamente lungo il canale che taglia in due il villaggio, ma agli occhi appaiono come una visione piacevolmente irreale.
Il villaggio, evidentemente dedito alla pesca, offre scorci a tema che è bello cogliere osservando attentamente ciò che circonda il visitatore.
I pontili e le case si rispecchiano ovunque nel mare, creando effetti ottici e giochi di luce e colore che contribuiscono all’unicità di Henningsvær.
Alla luce del tramonto i colori che ci circondano diventano ancora più belli e ricchi.
Uscendo da Henningsvær riprendiamo la strada costiera che ci riporta verso la E10, viaggiando in un paesaggio da sogno irradiato di luce morbida e calda, che vogliamo immortalare ancora una volta prima di riprendere la via verso il nostro fiordo a Kabelvåg.
L’analisi dello scatto: “Tramonto sui fiordi”
Dati di scatto: Nikon D700, Nikkor 17-35 f/2.8 @ 19 mm, 1.3”, f/16, iso 200, CPL, Lee 0.9 soft grad
“Tramonto sui fiordi” è stata scattata a fine giornata, quando la stanchezza si faceva sentire. Tuttavia dinnanzi a questo scenario non potevo rischiare di banalizzare la foto scattando a mano e senza filtri, pur di fare presto. La luce si faceva sempre più bella man mano che posizionavo il mio treppiede per lo scatto. Non potevo permettermi di perdere questa fotografia, poiché il sole illuminava con una luce calda laterale tutto il paesaggio, rischiarando il manto erboso in primo piano e le varie rocce della costa e creando un effetto di tridimensionalità notevole. La tridimensionalità è ulteriormente accentuata dal contrasto fra la luminosità sul primo piano e le montagne più scure dello sfondo.
Il punto di ripresa, posto a lato della strada asfaltata e sul ciglio di una scarpata non mi offriva un primo piano interessante per dare profondità alla fotografia (un masso, un tronco d’albero, ecc…). Così ho optato per rendere il primo piano, rappresentato dalla striscia d’erba, come una diagonale che, partendo dall’angolo in basso a sinistra, va ad incrociarsi idealmente con i raggi del sole, creando un certo dinamismo.
Per il resto si è trattato di rendere al meglio l’esposizione, non facilissima per via del controluce e dell’elevata differenza di esposizione fra il cielo e il resto della foto. L’uso dei filtri neutri graduati in questo caso è stato fondamentale.
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