DIARIO DEL VIAGGIO IN ISLANDA CONCLUSO. DIARIO DEL VIAGGIO IN NORVEGIA, ISOLE LOFOTEN IN CORSO. BUONA LETTURA!

mercoledì 14 marzo 2012

Islanda 2009: day 13 - Il selvaggio Landmannalaugar (aggiornamento)

Se mi chiedessero quale sia stata una delle giornate più avventurose della mia vita probabilmente risponderei...il giorno trascorso in Landmannalaugar in Islanda! Non è semplice spiegare a chi non c'è stato cosa sia il Landmannalaugar. Banalmente, tramite Wikipedia questo luogo è "una regione montuosa nei pressi del vulcano Hekla nel sud dell'Islanda. L'area è una popolare destinazione turistica per la presenza di interessanti formazioni geologiche, come le montagne multicolore di riolite, ampie distese di lava e sorgenti di acqua calda. Inoltre, è un punto di partenza di escursioni della durata di più giorni verso gli altopiani d'Islanda". Meno banalmente posso dire che è un posto di vera wilderness e che parlare di "popolare destinazione turistica" può essere fuorviante. Ad eccezione del rifugio, che è il punto di partenza dei trekking in questa zona, il resto è una grandiosa regione selvaggia in cui si possono vedere alcune meraviglie davvero uniche.

Il giorno comincia ancora una volta con brutto tempo, pioggia e vento. Una giornata non proprio ideale per recersi in Landmannalaugar, come abbiamo in programma. Solo a fine giornata leggiamo sulle guide che è sconsigliato recarvisi durante e dopo periodi piovosi. Il perché lo capiamo strada facendo...

Abbiamo davanti a noi circa 90 km da perrcorrere, di cui una settantina lungo piste di categoria F, ovvero strade "di montagna". Le piste F possono essere "belle" stradine sterrate quando è bel tempo, ma possono anche trasformarsi radicalmente con la pioggia e il disgelo, creando non pochi problemi. Il consiglio è di non percorrere mai una pista F in Islanda senza come minimo un 4x4.

Imboccata la F208, la strada è molto fangosa e continua a piovere. Nel primo tratto di percorso davanti a noi ci sono alcuni fuoristrada che seguiamo con sicurezza. Ad un certo punto vediamo già un primo problema: un pullman turistico (comunque con ruote da fuoristrada) si è impantanato su una salita...ma noi passiamo oltre visto che sono già assistiti dalle autorità. Il 4x4 aiuta tanto sui pezzi di salita, in un paesaggio che diventa sempre meno puntellato di fattorie e sempre più isolato. Sulla strada cominciano a scorrere rivoli d'acqua che si concretizzano non molto più avanti nel primo guado da affrontare. Seguiamo gli altri fuoristrada in acqua...ci saranno una ventina di centimetri di profondità al centro del guado. Seguendo l'improvvisata carovana affrontiamo diversi guadi, sempre più difficili. In uno di essi, un masso sommerso colpisce il fondo del fuoristrada e per un attimo è quasi panico, ma è stata solo una toccata leggera.

Ad un certo punto la carovana si ferma davanti a un guado che non sembra superabile. Alcuni si fermano e tornano indietro. Noi proseguiamo seguendo altri due fuoristrada i cui passeggeri erano scesi a piedi nudi per tastare di persona il fondale...qui l'acqua sarà alta almeno mezzo metro...sono completamente col fiato mozzato da un misto di timore e di emozione. Comincio ad "odiare" questi guadi per le insidie che nascondono. A un certo punto rimaniamo solo noi, poiché gli altri prendono un'altra strada ad un bivio. Altri due guadi critici ci attendono. In uno utilizziamo i filtri polarizzatori delle macchine fotografiche per vedere sotto il pelo dell'acqua dove passare...e la tecnica ci aiuta! In un altro indugiamo un bel po'...ma trovata la via migliore con alcune considerazioni e con velocità costante lo passiamo.

Finalmente arriviamo quasi nel cuore del Landmannalaugar, in un paesaggio da sogno, la wilderness. La pioggia è temporaneamente cessata. I colori risaltano sul grigiore del cielo.

The Landmannalaugar

Arriviamo infine all'ultimo guado prima del rifugio Landmannalaugar e c'è un cartello molto chiaro al riguardo:

Crossing ford

Evitiamo questo guado parcheggiando il fuoristrada prima dell'attraversamento. C'è un ponte per gli escursionisti per passare dall'altra parte. Qui ci dirigiamo a piedi verso il rifugio. Ci abbiamo messo circa quattro ore per 70 km di sterrato. Anche col tempo non eccezionale è stupendo poter essere arrivati sin qui.

Towards the refuge

Al rifugio comincia a piovere forte di nuovo, ma non ci scoraggiamo e ci copriamo bene con gli impermeabili. La macchina fotografica è al collo e coperta dalla sacca antipioggia. Così partiamo per l'escursione, addentrandoci nel Landmannalaugar, immersi in un paesaggio primordiale.

Wilderness

Volcanic lake

The Landmannalaugar path

Anche qui e soprattutto qui i colori hanno dello straordinario! Le tonalità si fanno fluorescenti.

Fluorescent

Risaliamo un monte in mezzo a fumarole, crateri e colate di lava solidificata. La puzza sulfurea è fortissima. I vapori erompono dal terreno, in un grandioso paesaggio selvaggio.

Hellish

Smoke

Colorful

Sulphur

Fare foto qui oggi è difficile tra fumi e pioggia, ma remunerativo.

Wildscape

Wildscape II

Dopo circa tre ore di cammino torniamo al rifugio e al fuoristrada dopo aver percorso un breve anello. Alla macchina siamo completamente zuppi e la macchina fotografica è diventata anch'essa umida. Dopo esserci risistemati in macchina e aver steso qualche capo di abbigliamento sulle bocchette dell'aria ad asciugare, vediamo il da farsi per il ritorno. Decidiamo di prendere un'altra pista F, a quanto pare più fattibile di quella dell'andata. Così allungheremo di molto la strada, ma la maggiore sicurezza non ha prezzo. Infatti il ritorno è molto più tranquillo e il sole torna a far capolino fra le nubi.

Ritrovata la Ring Road ci dirigiamo infine verso la guesthouse Sólheimahjáleiga, una tranquillissima fattoria sulle pianure antistanti l'ormai noto Eyjafjallajökull, il vulcano che per giorni ha paralizzato i cieli d'Europa nel 2010.

Sólheimahjáleiga guesthouse

Il percorso della giornata odierna:



2 commenti:

Stefano Cuccolini ha detto...

Che spettacolo questa zona! e molto emozionante il tuo racconto dei guadi! immagino il maury alla guida quante sigarette si sia fumato :D
Queste zone così remote raggiungibili solo con 4x4 mi mancano. Magari al prossimo giro..
Complimenti Andrea!!
Un saluto

Andrea Moro ha detto...

Grazie mille Ste!! Eh eh il Maury si sarà fumato una stecca! :-D Io sono arrivato a fine giornata stremato..che emozione!! :-) Ho appena aggiunto al post altre foto che ho ripreso proprio questi ultimi giorni...erano più di due anni che marcivano nell'hard disk...era proprio un peccato!!

Ciao