Lofoten 2010: giorno 3 – I fiordi “segreti” di Vestvågøya : Eggum e Unstad
L’isola di Vestvågøya cela alcuni luoghi davvero interessanti, che la morfologia del territorio tiene isolati e lontani dalle località più note. Strade strette si incuneano verso dei villaggi in diversi fiordi ‘nascosti’ dell’isola. Ognuno di questi è come se fosse un piccolo mondo a se stante, che noi vorremmo scoprire. Il meteo è oggi molto avverso, con pioggia, vento e una ‘nebbia artica’ persistente che taglia dalla vista le cime dei monti.
Si dice che Eggum, sia uno dei luoghi più belli per osservare il sole di mezzanotte, ma agosto non è il mese giusto per questo. Raggiungere Eggum è semplice, deviando dalla E10 verso nord. Arrivati, imbocchiamo la strada principale con vista mare da un lato e una fila ordinata di case in legno dall’altra. Tutto intorno le case sono sparpagliate fra grandi prati e la spiaggia. La strada termina sul limitare di un pratone da cui parte una mulattiera verso un pianoro situato fra le montagne e il mare. Proprio qui, in un clima molto diverso dalla giornata precedente trascorsa a Reine, troviamo uno scorcio molto “norvegese”, molto autentico. In questi luoghi difficili, spesso sferzati da vento e pioggia, l’uomo ha imparato a vivere e sopravvivere. Il rigore delle linee semplici delle casette in legno e la forza vivida del loro colore acceso rappresentano simbolicamente l’essenza degli uomini che qui hanno avuto radice.
Si dice che Eggum, sia uno dei luoghi più belli per osservare il sole di mezzanotte, ma agosto non è il mese giusto per questo. Raggiungere Eggum è semplice, deviando dalla E10 verso nord. Arrivati, imbocchiamo la strada principale con vista mare da un lato e una fila ordinata di case in legno dall’altra. Tutto intorno le case sono sparpagliate fra grandi prati e la spiaggia. La strada termina sul limitare di un pratone da cui parte una mulattiera verso un pianoro situato fra le montagne e il mare. Proprio qui, in un clima molto diverso dalla giornata precedente trascorsa a Reine, troviamo uno scorcio molto “norvegese”, molto autentico. In questi luoghi difficili, spesso sferzati da vento e pioggia, l’uomo ha imparato a vivere e sopravvivere. Il rigore delle linee semplici delle casette in legno e la forza vivida del loro colore acceso rappresentano simbolicamente l’essenza degli uomini che qui hanno avuto radice.
La nebbia artica e il grigiore della giornata sembrano catapultarci nel pieno dell’inverno. Effettivamente fa abbastanza freddo, tuttavia la stagione estiva si manifesta con delicate fioriture in prati verdi brillanti.
Camminando per Eggum notiamo abitazioni stilisticamente molto diverse fra loro, seppur il comun denominatore rimanga il legno. Ognuna di esse racconta una storia e dà indizi per conoscere il territorio. I tetti in torba sono ottimi per isolare le case sottoposte alle frequenti intemperie: ciò è abbastanza tipico nei paesi nordici. La cura per i dettagli e gli addobbi sulle pareti esterne invece sono vezzi dei suoi abitanti per abbellire la propria casa dandole carattere, renderla famigliare e accogliente in tutte le condizioni climatiche, anche quelle più estreme.
La vita trova spazio anche fra i grandi prati che dividono gli sparuti gruppetti di case, con alcune fioriture spettacolari come quella di margherite.
La spiaggia di Eggum è meravigliosamente bianca e fine. La particolarità è che qui fioriscono stupendi tappeti di fiorellini bianchi, fin quasi alla riva del mare.
Lasciamo Eggum dirigendoci verso Unstad. I due villaggi sono uniti da un sentiero costiero roccioso, ma non lo percorriamo sia per ottimizzare i tempi, sia per evitare brutte sorprese col maltempo. Invece prendiamo la strada che collega i due villaggi che, attraversando un basso valico sui monti e qualche tunnel, sbuca infine in una vallata scendendo ripidamente dritta verso il mare.
Unstad è insospettabilmente un paradiso del surf alle Lofoten. La sua ampia baia a forma di U incanala le onde del mare di Norvegia, rendendola favorevole per la pratica di questo sport.
Il freddo dovuto al vento forte e le rade gocce di pioggia ci infastidiscono un poco e, per tale motivo, ci sorprendono i surfisti che infilati nella loro muta e con la tavola in mano, corrono a piedi nudi dall’ostello principale del villaggio fino alla spiaggia lungo una carrozzabile in terra battuta. Pare assurdo trovarci in un paradiso del surf, quasi come se fossimo in California, ma ben al di sopra del circolo polare artico.
Riprendendo la strada, ripercorriamo le alture sopra il fiordo a ritroso lungo la strada che ci riporta verso la E10. Lasciamo questi fiordi isolati dietro di noi. Tornando verso Kabelvåg volgiamo lo sguardo indietro, osservando da lontano le nebbie artiche che ci hanno accompagnato per tutta la giornata e che ci stanno lasciando, grazie a spiragli di apertura fra le nubi del cielo.
Improvvisamente torna timidamente il sole e la cosa non ci stupisce considerando l’alta variabilità del tempo e della luce a queste latitudini. A Kabelvåg rivediamo il sole pieno fra le nuvole aperte e ne approfittiamo per vedere più da vicino la stupenda cattedrale delle Lofoten, un’antica chiesa del XIX sec interamente costruita in legno dai pescatori. Di nuovo siamo circondati dalla bellezza e dai colori straordinari del Grande Nord.
Il sole non si concede ancora per molto e ne approfittiamo per cenare. Non ancora soddisfatti, forse per le condizioni non certo ottimali della giornata, dopo cena andiamo alla scoperta di un altro fiordo vicino al nostro, con una curiosità e una voglia di esplorare sempre nuova.
L'ANALISI DELLO SCATTO: “Surf nordico”
Dati di scatto: Nikon D700, Nikkor 17-35 f/2.8 @ 35 mm, 1/40, f/13, iso 360
“Surf nordico” è una fotografia tecnicamente molto semplice. E’ stata scattata a mano libera, senza utilizzare nessun filtro o altri accorgimenti tecnici. Ho impostando un diaframma chiuso per la massima profondità di campo e un settaggio degli iso per avere il minimo tempo di scatto possibile per evitare il micromosso, sfruttando la regola del tempo di scatto come il reciproco della focale. Quello che mi interessava era raccontare l’essenza di un luogo (in questo caso il villaggio Unstad) con una fotografia. Le tavole da surf sono senz’ombra di dubbio il soggetto principale. Esse occupano interamente il primo piano sia con il loro ingombro fisico, sia con i loro colori accesi. Non c’è nessun equivoco circa queste tavole. Infatti non si può assolutamente trattare di oggetti “decorativi” che si trovavano li per caso, ma di vere tavole da surf usate per surfare: lo testimoniano la mute adagiate ad asciugare sul tavolo dietro. Sullo sfondo, le tipiche casette rosse, le balle di fieno sul prato e la parete della montagna sono gli elementi paesaggistici che ci localizzano inequivocabilmente in Norvegia. Grazie al colore rosso delle casette l’occhio non rimane ancorato sul primo piano, ma dopo un po’ va a cercare lo sfondo. Il risultato di questo processo è una fotografia profonda e in grado di raccontare qualcosa circa il luogo ritratto.
Leggi il prossimo post: Lofoten 2010: giorno 2 – Road to Reine
Leggi il prossimo post: Lofoten 2010: giorno 4 – I “gioielli” delle isole Vestvågøya e Flakstadøya
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4 commenti:
Un bellissimo lavoro con bellissime immagini, complimenti.
Dario
Ciao Dario!! Grazie mille per il tuo commento, il primo che ricevo in tutto il mio diario del viaggio in Norvegia. Sono davvero contento che ti piaccia!
Un saluto
Andrea
Ciao, sono capitata per caso nel tuo blog! Sono stata alle Lofoten quest'anno dal 21 Giugno al 1 Luglio e devo dire che ne son rimasta affascinata…
Noto che la luce e la vegetazione è diversa rispetto a quella che abbiamo trovato noi…abbiamo avuto la fortuna di assistere al sole di mezzanotte nella spiaggia di Hov…abbiamo poi proseguito fino ad Andenes e ti garantisco che ne è valsa la pena!
Complimenti per gli scatti, molto ma molto belli!
Cinzia
Ciao Cinzia, grazie per il tuo commento! Ottima vacanza quella che hai fatto...i paesi del Nord sono fantastici!
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