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domenica 9 dicembre 2007

Fotografie notturne

La fotografia notturna è un genere estremamente affascinante per tutti i fotografi. Anche soggetti banali traggono profitto dall'atmosfera serale e saperli cogliere al meglio con i mezzi a disposizione è sempre una grossa soddisfazione. Inoltre, nei periodi dell'anno caratterizzati dall'ora solare, la foto notturna rappresenta una grande risorsa per gli appassionati in quanto la luce diurna dura veramente poco e per uno studente universitario impegnato/lavoratore full time uscire a far foto è già una bella impresa...Avere quindi la possibilità di ottenere begli scatti anche quando la luce è scarsa è molto positivo e si concilia maggiormente con gli impegni diurni.

Un paesaggio notturno deve essere un minimo illuminato. Foto a posti completamente bui non consentono di ottenere nulla di buono, a meno che non si vogliano fotografare tracce stellari (vedi foto-cliccarci sopra per ingrandirla) e si abbia a disposizione di un buon contesto paesaggistico che funga da silhouette che si stagli contro il cielo. L'illuminazione dei luoghi può essere naturale od artificiale. La luce naturale può provenire dalla Luna piena oppure da un bagliore nel cielo post-tramonto. La luce artificiale è quella tipica dell'illuminazione cittadina. Ne parlerò meglio più avanti.






Nikon D200, Tokina 12-24, iso 100, 15mm, 2270", f/14, doppia esposizione per il primo piano


Per una buona foto notturna servono alcuni accorgimenti importanti:
  • Un cavallettto robusto
  • Uno scatto remoto ad infrarossi oppure del tipo filocomando
  • Uso della sensibilità minore del sensore
Il cavalletto consente di ottenere foto nitide con tempi lunghi di esposizione. Nessun appoggio improvvisato potrà mai sostituire al 100% un buon cavalletto. Io consiglio vivamente di acquistare un buon cavalletto (Manfrotto o equivalente) e una buona testa sin da subito: per la foto paesaggistica è un accessorio indispensabile e sono soldi ben spesi.
Usando il cavalletto, consiglio sempre di usare l'impostazione di sensibilità iso minima del proprio sensore, altrimenti il rumore degli iso più alti si andrà a sommare a quello termico generato dalle lunghe esposizioni.
Per il calcolo dell'esposizione, consiglio di usare l'esposimetro valutativo (matrix) della macchina, specie se il paesaggio è molto illuminato come per esempio una piazza cittadina. Spesso capita di ritrovarsi in luoghi avvolti nella penombra o molto scuri, in cui la lettura esposimetrica segnalata in matrix va oltre ai 30". e non si riesce ad avere un'indicazione precisa..In questi casi consiglio una tecnica molto semplice ed efficace. Impostiamo il sensore alla massima sensibilità iso e selezioniamo un diaframma aperto, per esempio f/4. Si otterrà così, in genere, un tempo di esposizione minore dei 30" massimi rilevabili dall'esposimetro. Per ottenere l'esposizione equivalente agli iso minimi e al diaframma deciso per la fotografia, occorrerà sfruttare il concetto di equivalenza dell'esposizione. Esempio: rilevo che l'esposizione è di 1" a iso 3200 e f/4. Vorrei però esporre la scena a iso 100 (il minimo per la mia Nikon D200) e f/11 per avere il minor rumore e la massima profondità di campo possibili. Da iso 100 a 3200 iso ci sono 5 stop (EV) di differenza. Da f/4 a f/11 ci sono 3 stop. Quindi dovrò aumentare l'esposizione rilevata a 3200 iso e f/4 di ben 8 stop. Partendo dalla base di 1" otterrò: 1",2",4",8",16",32",64",128",256". L'esposizione da impostare è quindi di 256" f/11 a iso 100. Per avere un tempo di 256 secondi sarà necessario impostare la posa B sulla macchina fotografica, utilizzare un filocomando o equivalente scatto remoto con blocco e ricorrere ad un cronometro per misurare i secondi. Non serve in tal caso una grossa precisione poiché per esempio da 128" a 256" c'è un solo stop di esposizione e sballare anche di una decina/ventina di secondi non ha una grande influenza! Il bello delle esposizioni notturne....
Nel caso in cui l'esposimetro non riesca a leggere l'esposizione si può provare comunque a fare una esposizione di prova (iso 3200, 1", f/4) anche a mano libera e vedere dall'istogramma dell'immagine se l'esposizione possa andar bene. Se va bene si dovranno ripetere i conti visti prima altrimenti si fa un'altro tentativo e si procede via via fino al raggiungimento del risultato voluto.
La tecnica appena descritta è molto efficace, tuttavia in condizioni di luce cangiante come per esempio subito dopo il tramonto, occorrerà fare attenzione. Infatti nel lasso di tempo che passa tra l'esposizione di prova, il calcolo dell'esposizione equivalente, l'impostazione della macchina, e l'esposizione stessa, la luce cambia in intensità molto rapidamente Per questo motivo consiglio sempre di sovrastimare l'esposizione calcolata di una quantità compresa fra 1/3 e 1/2 EV per evitare foto sottoesposte e deludenti.

Un esempio in cui ho usato queste tecniche di esposizione (cliccarci sopra):

L'esposizione l'ho rilevata a iso 3200 e f/8, ottenendo 4". A iso 100 e f/11 ho quindi ottenuto un tempo di 256" di esposizione. In questo caso ho però contato i secondi a mente e ho sforato a 295", errore comunque trascurabile sulle lunghissime esposizioni.











Nikon D200, Tokina 12-24, iso 100, 22mm, 295", f/11


L'illuminazione influisce molto anche sulla resa cromatica dei paesaggi. Se c'è una luce prevalente, si potrà settare il bilanciamento del bianco in maniera molto semplice (tungsteno o fluorescente in base all'illuminazione), altrimenti consiglio il bilanciamento automatico o tungsteno, entrambi molto validi in molte situazioni.
Spesso in città si trovano dei fari arancioni o verdastri: queste sono illuminazioni che non si riescono a bilanciare bene. Esse sono infatti luci monocromatiche (ovvero che non emettono uno spettro completo) ai vapori di sodio o di mercurio: se si sottraessero queste componenti cromatiche alla scena si rischierebbe di ottenere un'immagine grigia e desaturata in quanto non ci sono altre componenti di colore nella luce che illumina la scena. In questi casi utilizzo il bilanciamento del bianco automatico o tungsteno e cerco poi di "salvare" i colori in fase di postproduzione in Photoshop o programma di fotoritocco equivalente, senza esagerare con la correzione per i motivi appena esposti.

In questo caso ho usato bilanciamento tungsteno. Da notare i fari arancioni di cui parlavo prima: In tal caso ho recuperato in parte i colori in postproduzione, ma senza stravolgere l'atmosfera.







Nikon D200, Tokina 12-24, iso 100, 19mm, 252", f/11


Molto importante è anche l'obiettivo usato, poiché da esso dipende la resa cromatica e di nitidezza dell'immagine. In generale obiettivi come i vari 18-55 f/3.5-4.5 o 28-105 e simili hanno una brutta resa: perdono di definizione e i colori in notturna sono spesso impastati. Obiettivi fissi (come il Nikkor 50 f/1.8 D -clicca per la recensione in notturna di questa lente- , il Nikkor 50 f/1.4 ed il Nikkor 35 f/2 D) e gli zoom di fascia medioalta/top sono invece ottimi da questo punto di vista (Tokina 12-24, Sigma 10-20, Nikkor 12-24, Nikkor 28-70 f/2.8, Nikkor 80-200 f/2.8....).
Un'altra cosa che può essere d'aiuto nella ricerca della qualità è una bolla a livella da montare sulla slitta a caldo per il flash. Questa bolla consente di sitemare l'inquadratura in modo da ottenere sempre orizzonti perfettamente dritti, cosa estremamente utile soprattutto al buio.

Ecco un esempio di foto scattate con Nikkor 50 f/1.8D e Tokina 12-24 f/4:

In questo caso ho esposto con la tecnica prima discussa. Il bilanciamento del bianco è stato settato su "tungsteno". La messa a fuoco è stata manuale sul profilo della casa. La resa cromatica e di nitidezza è dovuta alla grande bontà di questo obiettivo. Da notare anche il pregevole effetto stellato con raggi molto fini del lampione, anch'esso dovuto all'obiettivo.








Nikon D200, Nikkor 50 f/1.8, iso 100, 62", f/8



L'esposizione è stata calcolata anche in questo caso con la tecnica prima discussa. Il bilanciamento del bianco è stato settato su "auto". La messa a fuoco è stata manuale, sfruttando l'iperfocale (ottima tecnica con i grandangolari). La resa cromatica e di nitidezza è dovuta alla grande bontà di questo obiettivo.










Nikon D200, Tokina 12-24, iso 100, 22mm, 335", f/11

12 commenti:

lorcarg ha detto...

Ottimo lavoro e soprattutto utile!! :)

Andrea Moro ha detto...

Grazie per il feedback e l'apprezzamento! Sono contento che lo ritieni utile!Un saluto! :-)

Anonimo ha detto...

Complimenti per le foto, bellissime!!! Io sono ai primi scatti, ho la Nikon d80 da un mese. Stasera vado in città e provo a mettere in pratica i tuoi consigli, ti faccio sapere come è andata.
Ciao

Alberto ha detto...

Ciao, complimenti per le foto, meravigliose. Io sono di San Benedetto del Tronto. Ti aggiungo alla mia lista di blog preferiti. Ciao,
Alberto

Andrea Moro ha detto...

Grazie Alberto! Sono contento che ti sia piaciuto! Ultimamente ne ho fatte tante di foto a SBT, anche se non sono marchigiano ma lombardo.

Anonimo ha detto...

Salve...complimenti per gli scatti meravigliosi ...quelli stellari sono stupendi..
L'obiettivo Tokina atx-pro 12-24 f/4 ho letto online che è con attacco CANON...come fa ad utilizzarlo con una NIKON ?
Io possiedo una d60...potrei anche io sfruttarlo o no ?
Non capisco....!
Tony

Andrea Moro ha detto...

Salve Tonino, ti ringrazio per i complimenti e per l'apprezzamento! Il Tokina 12-24 f/4 in quanto obiettivo prodotto da una marca universale esiste sia in versione Canon che Nikon: io difatti uso la versione con attacco Nikon. Sulla D60 fai attenzione perché iil Tokina non è motorizzato, quindi sulla D60 non puoi usare l'autofocus! Solo il Sigma 10-20 a quanto rivcordi è motorizzato.

Saluti

Andrea

dox ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
dox ha detto...

Ciao! Mi rimane un dubbio su questo passaggio:

"Da iso 100 a 3200 iso ci sono 5 stop (EV) di differenza. Da f/4 a f/11 ci sono 3 stop. Quindi dovrò aumentare l'esposizione rilevata a 3200 iso e f/4 di ben 8 stop..."

Ci sono delle tabelle per ottenere questi valori?

Grazie e complimenti per le foto fantastiche!

Andrea Moro ha detto...

Ciao dox e grazie per il complimento, che apprezzo molto! L'esposizione si misura in stop (EV). Si ha una differenza di 1EV (=1 stop) raddoppiando la quantità di luce che viene catturata. Passando da iso 100 a iso 200, cioè raddoppiando la sensibilità, si ha una differenza di 1 EV. Analogamente da 100 iso a 400 iso ci saranno 2 EV (100->200 + 200->400)ecc...
Discorso analogo vale per tempi (raddoppio del tempo=incremento di 1 EV) e diaframmi. Attenzione che i diaframmi hanno una scala tutta particolare. Ecco la sequenza di diaaframmi con differenze di 1 EV da uno all'altro...Per esempio da f/2 a f/2.8 c'è 1 EV di differenza...

f/1.4 f/2 f/2.8 f/4 f/5.6 f/8 f/11 f/16 f/22

Un saluto

Andrea

Anonimo ha detto...

le tue foto sono un'emozione incredibile.
Ho una d60 e desidero un grandangolare di buone prestazioni ma con l'autofocus..cosa mi consigli?
grazie mille.

Fulvio

Andrea Moro ha detto...

Ciao Fulvio, grazie per il tuo bellissimo commento! Con la D60 sei limitato in quanto ti serve un grandangolo del tipo Nikkor AF-S. Per esempio il 12-24 af-s sul formato DX è spettacolare e dovresti trovarne alcuni sul mercato dell'usato, visto che molti sono passati al fullframe FX (D700-D3). Altrimenti il Sigma 10-20 va bene lo stesso. Il mio Tokina 12-24 invece non ha il motore AF...

Un saluto

Andrea